Al Cavaliere è stato sufficiente
confermare la sua discesa in campo per suscitare un putiferio nella politica
italiana che languiva appresso alle leccatine, perfino scostumate, rivolte a Super
Monti, per la verità sempre meno “Super” per colpa di una spread
incontrollabile, di una pioggia di tasse, forse indispensabili, ma comunque al
di là del sostenibile per troppa gente e di una economia in recessione senza
speranze. E così si assiste al disgusto per questo ritorno da parte di ex
beatificati, chi come presidente della
camera, chi come ministro di rango e perfino chi in quanto ministro senza arte né
parte che già studiavano su come spartirsi le spoglie del “caro estinto”, tra i
lamentosi non manca chi è stato proiettato in un parlamento senza sapere il perché
né il come. Non va meglio dall’altra parte. Allo stato confusionale che colpisce da
qualche tempo gli avversari di sempre già nel caos per conto loro, ora si
unisce il timore di dover rifare una campagna elettorale antiberlusca consapevoli
che una simile operazione confermerebbe però soltanto che il Cav. c’è ed è
temuto. Anche questa volta Silvio ha saputo sparigliare.
lunedì 16 luglio 2012
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