lunedì 5 novembre 2007

Il Panteco - L'eco di Pantelleria -ottobre

Turismo: luci e ombre di Ferruccio Formentini
L’estate è ormai finita. E’ tempo di consuntivi per l’attività del turismo, ormai diventata risorsa e motore dell’economia pantesca. Un’analisi superficiale giusto per segnalare le situazioni più significative e come sempre succede ci si trova a dovere fare i conti con qualche luce ma anche con non poche ombre. Incominciamo dalle note liete. La stagione si è decisamente allungata. Ormai si può affermare che, sia pure con alterne punte di presenze, dalla metà di giugno fino a buona parte del settembre i turisti ci tengono costantemente compagnia. In contro tendenza è invece la decade attorno a ferragosto dov’è ormai scomparsa la folla caotica degli anni passati che però i servizi offerti dall’isola non erano mai in grado di accontentare e tutto sommato meglio così. Nulla di peggio per il turismo che vedere attorno musi scontenti e perfino incazzati che poi fanno all’isola una pessima pubblicità una volta tornati a casa. I trasporti aerei e marittimi anche se non sempre al top sono stati nel complesso, forse per la prima volta da qualche anno in qua, soddisfacenti. I camionisti non hanno fatto penare per il rifornimento dell’acqua ai dammusi. Cuffaro ha mantenuto le promesse e in attesa del nuovo dissalatore (!!!???) non è mai mancato il puntuale arrivo dalla Sicilia della navecisterna con il suo carico di liquido prezioso. Proviamo prendere in esame anche le situazioni che sono stati motivo di malumori. Al primo posto i porti non più in grado di reggere la situazione, anzi diventati dannosi. Per il porto nuovo e vecchio di Pantelleria sarebbe inutile spendere una sola parola. Lo scandalo è arcinoto e il risultato vergognoso è sotto gli occhi di tutti a livello nazionale e internazionale, non per niente dall’isola sono scomparse le barche lussuose di grosso e medio tonnellaggio che non inseriscono Pantelleria nelle loro rotte di crociera. Non è migliore la situazione del porto di Scauri, sembra avere subito un bombardamento a tappeto e se non sarà riparato e rinforzato prima dell’inverno rischia veramente di scomparire travolto dal mare. Archiviate le pene portuali tocca prendere in esame la situazione dei ristoranti in gran parte discreti se non buoni fino al 30 luglio eppoi inaccettabili per tutto il mese d’agosto. Salvo un paio di ristoratori che non hanno perso la testa per rincorrere un facile guadagno, il prezzo base praticato è stato di 50 euro che non dimentichiamolo equivalgono a 100.000 delle vecchie lirette. E sono veramente troppe per degustare, dopo estenuanti attese, un pasto appena presentabile ma a volte perfino impresentabile e troppo sovente innaffiato da vino scadente. E’ inutile pretendere di servire 100 e più coperti quando l’attrezzatura non sarebbe in grado di accudirne meno della metà. E sarebbe bene non dimenticare che sul pesce e i frutti di mare i turisti che provengono dal nord dell’Italia ne sanno certamente molto più di chi vive in riva al mare. Pantelleria intesa come “capitale” dell’isola si è presentata troppo sporca e un po’ sgaruppata, più del solito. Non ha molto senso rinfrescare la segnaletica stradale e togliere le erbacce dai bordi delle strade dopo il 15 agosto. Certo, meglio tardi che mai ma questi sono lavori che dovrebbero essere fatti all’inizio della stagione non alla fine. Non andiamo oltre ma aggiungiamo un’ultima considerazione: il museo Panseca che nel passato aveva offerto esposizioni d’arte e perfino un festival cinematografico è serrato e in vendita, l’anfiteatro dove Albanese offriva a turisti e panteschi cinema e concerti gratuiti è rimasto sigillato tutto l’estate e perfino il festival del cinema mediterraneo Mediart ha definitivamente chiuso i battenti, segnali da non sottovalutare e che la dicono lunga su come si evolve la situazione turistica.

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