Stanno passando del tutto inosservate, se non per gli applausi che giungono dalle piazze, alcune modifiche riguardanti il vitalizio dei deputati e senatori. Per esempio: Chi farà una o due legislature soltanto potrà contare sul vitalizio non prima del compimento dei sessantacinque anni se non addirittura settanta. Questo significa che agli operai, artigiani, piccoli professionisti, ambulanti e a chiunque pratichi una professione modesta viene preclusa l’attività parlamentare. E ovvio che dopo aver abbandonato il proprio modesto lavoro, magari svolto in proprio e autonomamente, per cinque o dieci anni al rientro nella vita lavorativa il suo mestiere non ci sarà più. Senza il vitalizio sarà per lui o per lei impossibile continuare a vivere nella politica puntando sulla prossima tornata elettorale, o rifarsi una nuova attività contando sul piccolo gruzzolo del vitalizio. Una piccola regola demagogica che spazza via la concorrenza dei meno abbienti e fa delle Camere un’esclusiva per ricchi. Appunto come nell’ottocento.
martedì 20 dicembre 2011
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