martedì 20 dicembre 2011

Nessuno ne parla ma forse più nessuno ascolta.

Stanno passando del tutto inosservate, se non per gli applausi che giungono dalle piazze, alcune modifiche riguardanti il vitalizio dei deputati e senatori. Per esempio: Chi farà una o due legislature soltanto potrà contare sul vitalizio non prima del compimento dei sessantacinque anni se non addirittura settanta. Questo significa che agli operai, artigiani, piccoli professionisti, ambulanti e a chiunque pratichi una professione modesta viene preclusa l’attività parlamentare. E ovvio che dopo aver abbandonato il proprio modesto lavoro, magari svolto in proprio e autonomamente, per cinque o dieci anni al rientro nella vita lavorativa il suo mestiere non ci sarà più. Senza il vitalizio sarà per lui o per lei impossibile continuare a vivere nella politica puntando sulla prossima tornata elettorale, o rifarsi una nuova attività contando sul piccolo gruzzolo del vitalizio. Una piccola regola demagogica che spazza via la concorrenza dei meno abbienti e fa delle Camere un’esclusiva per ricchi. Appunto come nell’ottocento.

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