mercoledì 29 ottobre 2008

Un paese dalla memoria corta.

Non sono passati neppure 15 anni da quando - a sinistra ma anche a destra - i tanti occupati a buttar fuori dal parlamento i partiti che avevano assicurato la democrazia in questo paese per mezzo secolo, tra le tante accuse, cavalcavano con grande enfasi il tarlo del voto di preferenza, che voleva troppo spesso anche dire - secondo loro - è un voto di scambio e grande nemico della limpida democrazia. Tanto fecero e dissero che a furor di popolo la preferenza venne cancellata dalla lista elettorale. Fa un certo effetto risentire più o meno le medesime affermazioni, ma questa volta al contrario: non c’è trasparenza democratica se l’elettore non può esprimere la preferenza.

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