lunedì 7 novembre 2011

Un paese di gattopardi

Sul Corriere della Sera di oggi Piero Ostellino scrive un pezzo sacrosanto da leggere assolutamente: “Le colpe di Berlusconi e i tanti gattopardi”. Una analisi che ci conferma, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che l’Italia è un paese che non vuole e non sa cambiare. Il fallimento di qualsiasi tentativo di riforma è quasi inevitabile mentre la restaurazione è sempre dietro l’angolo. D’altronde se non ci fosse stata la sconsideratezza di un eroico Garibaldi non ci sarebbe mai stata l’Italia unita: al massimo, com’era anche nei disegni di Cavour un grande Piemonte, oltre lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie. E senza uno controcorrente, o è così o è pomi, come Mussolini non sarebbero mai nati Inail, Imps, Inam, vacanze ai mari e ai monti per i bimbi degli operai, case popolari e altro ancora, senza per questo glorificare i fascismo e i suoi guai. E senza le imposizioni degli Usa forse ci gingilleremmo ancora con la monarchia. Insomma siano il paese dei gattopardi e a troppi va bene così.

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