domenica 6 gennaio 2008

I frutti del famoso rinascimento napoletano.

Tutti, o quasi, gli acculturati bassoliniani chic che durante quasi un decennio hanno battuta la gran cassa al “rinascimento napoletano”, per la verità mai vista fare seriamente capolino, si sono improvvisamente ammutoliti. Eppure solo fino all’altro ieri si sperticavano in elogi per i Bassolino, le Jervolino, i Pecoraro Scanio per non parlare dell’illuminata amministrazione campana del centrosinistra. E ora la colpa della vergognosa malsana monnezza che ha sommerso la Regione sarebbe solo della camorra? Da anni a Napoli si può morire seduti al bar uccisi da una pallottola vangante, essere scippati mentre si passeggia lungo il corso, i disoccupati sono diventati ormai una forza politica efficace e la nettezza urbana è ormai un optional riservata ai quartieri eleganti. La camorra è certamente una pericolosa infezione ma tutti i contagi per prosperare e diffondersi hanno bisogno di un ambiente favorevole. Notoriamente il pesce puzza dalla testa ed è tempo che Napoli volti pagina. O almeno ci provi.

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