E’ calato il sipario sullo spettacolo, in diretta tivvù, del non tanto comprensibile suicidio del governo di un Romano Prodi, ormai relegato nel ruolo di alfiere intransigente della sinistra comunista - arcobaleno dura ma non troppo pura. Ora prepariamoci alla “pochade” sulla necessità reclamata da più parti di andare al voto con una nuova legge elettorale che risolverà tutto e perfino di più. Peccato che quasi nessun commentatore si attardi a spiegare che l’attuale legge, pur non essendo un capolavoro, non è la responsabile dell’instabilità in cui si era infilato il governo. L’instabilità venne provocata solo dal voto degli italiani. Alla Camera l’Unione conquistò una maggioranza di soli 28.000 voti. Al Senato i voti si indirizzarono in senso inverso: 300.000 in più per la CdL. E nessun sistema poteva mettere rimedio un simile risultato tranne il buon senso: un governo di grande colazione. Ma Prodi disse di no. E chi è causa dei suoi guai….
venerdì 25 gennaio 2008
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