venerdì 25 gennaio 2008

Un suicidio in diretta.

E’ calato il sipario sullo spettacolo, in diretta tivvù, del non tanto comprensibile suicidio del governo di un Romano Prodi, ormai relegato nel ruolo di alfiere intransigente della sinistra comunista - arcobaleno dura ma non troppo pura. Ora prepariamoci alla “pochade” sulla necessità reclamata da più parti di andare al voto con una nuova legge elettorale che risolverà tutto e perfino di più. Peccato che quasi nessun commentatore si attardi a spiegare che l’attuale legge, pur non essendo un capolavoro, non è la responsabile dell’instabilità in cui si era infilato il governo. L’instabilità venne provocata solo dal voto degli italiani. Alla Camera l’Unione conquistò una maggioranza di soli 28.000 voti. Al Senato i voti si indirizzarono in senso inverso: 300.000 in più per la CdL. E nessun sistema poteva mettere rimedio un simile risultato tranne il buon senso: un governo di grande colazione. Ma Prodi disse di no. E chi è causa dei suoi guai….

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