martedì 8 luglio 2008

Il Napolitano equidistante ha spiazzato la sinistra.

pubblicato il 4 luglio 2008 su www.loccidentale.it
Il Napolitano equidistante ha spiazzato la sinistra.
Giorgio Napolitano, già migliorista comunista e oggi Presidente della Repubblica, ha vissuto una lunghissima carriera venendo da tutti descritto come uno dei politici più elegante, anzi forse in assoluto il più discreto, signore, colto, preparato e via adulandolo.
Nessuno lo ha mai etichettato però come un uomo talmente coraggioso da essere pronto, se fosse stato necessario, a gettare il proprio cuore oltre l’ostacolo. D'altronde non sono mancati i precedenti che hanno contribuito a confermare questa lacuna.
Ad esempio quando l’Unione Sovietica invase l’Ungheria, in rivolta contro la dittatura comunista, si schierò immediatamente dalla parte della prima anche se come “migliorista” avrebbe dovuto essere più vicino alle libertà occidentali. Più tardi quando esplose Mani Pulite, con tutti i suoi drammi, assistette all’annientamento del PSI senza proferire verbo, anche se con questo partito avrebbe dovuto avere più di una vicinanza riformatrice. Naturalmente non si tratta di una colpa e poi non è obbligatorio essere un “cuor di leone” che sovente è solo fonte di guai. Tuttavia qualcuno avrebbe finito per affibbiargli volentieri il nomignolo di “coniglio mannaro” se non fosse già un’esclusiva di un famoso democristiano.
Chissà, forse anche questo suo prudente e conformista agire deve avere convinto i giustizialisti, sempre numerosi tra i diessini e nelle sinistre radicali, che da Presidente della Repubblica, qualora non avesse emulato l’irripetibile Scalfaro, sicuramente non avrebbe fatto rimpiangere Ciampi. E all’inizio pareva proprio così anche perchè come diceva un certo don Abbondio “se uno il coraggio non ce l’ha, nessuno glielo può dare”. Sorpresa! Passa un giorno, passa l’altro ed ecco Napolitano cominciare a denunciare alcune vistose lacune della vita politica e istituzionale del Paese non guardando però strabicamente solo nel campo del centro destra. Quindi a seguire un crescendo fino a non lesinare rimproveri perfino alla “sacra” magistratura.
Senza entrare nel merito delle sue dichiarazioni bisogna comunque riconoscere che ha “tirato fuori gli attributi” nascosti sotto modi garbati e rispettosi, che nessuno avrebbe mai immaginato sul suo conto. Insomma improvvisamente c’è nella sinistra chi teme che al Quirinale si sia subdolamente insediato un Presidente equidistante dagli schieramenti e teso a giudicare obiettivamente le leggi e le riforme necessarie per la normalizzazione di un paese ancora in preda alle fibrillazioni scaturite dal “golpe” del ’92-’94.
In questo strano paese, un Presidente della Repubblica imparziale è un grave e insolito sconcio tanto che ora c’è chi non solo pensa ma si prepara a manifestare contro di lui.
Ferruccio Formentini

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