venerdì 4 luglio 2008

Disastro napoletano

Pubblicato il 2 luglio su www.loccidentale.it
Ma i napoletani sanno che opporsi a chi vuole ripulire la città non serve?
di Ferruccio Formentini
Più che inquietare stupisce la pervicacia con la quale molti campani si oppongono a coloro che tentano di ripulire le loro città. Visti dal di fuori fanno, come si usa dire, cascare le braccia. Le strade ingombre da molti mesi di rifiuti ormai in avanzata decomposizione, il rischio sempre più reale di un’epidemia, sorci e pantegane che ruzzolano davanti agli ingressi delle abitazioni, falò che distribuiscono diossina sotto le finestre di casa, attività commerciali e turistiche in picchiata e molto altro ancora, sembrano non infastidire una parte di questa agitatissima cittadinanza. Viene da chiedersi: vuoi vedere che si sono affezionati a questo sconcio? Le televisioni sparano nelle nostre case immagini che mostrano una popolazione più occupata a protestare e mettere bastoni tra le ruote di chi tenta, tra mille difficoltà, di trovare una soluzione a questa catastrofe, piuttosto che contestare chi ha permesso di precipitare verso questo punto di non ritorno. Ciliegine sulla torta sono arrivate anche le bombe, certo artigianali, che fortunatamente non hanno provocato feriti e solo danni lievissimi, tuttavia trattasi pur sempre di bombe che qualcuno ha confezionato e poi lanciato.
Naturalmente per molti dietro a tutto questo c’è la “camorra” che, diciamoci la verità, a Napoli e zone limitrofe se non esistesse, l’avrebbero comunque inventata se non altro per avere qualcuno da indicare come responsabile dei numerosi insuccessi delle amministrazioni locali.
La “camorra”? Ebbene si! Sicuramente avrà avuto il suo bel da fare fino a qualche mese fa per tentare di bloccare gli interventi che il governo Prodi non sembrava in grado di organizzare per affrontare seriamente la situazione e mantenere così lo status quo.
Ma ora c’è un governo che non ha alternative: o risolve il problema rifiuti o la “monnezza” l’affonderà. E affronta la sfida con energia, competenza, aggressività, profusione di mezzi anche economici e che tenta di ottenere entro un mese un discreto se non ottimo risultato come ha assicurato Berlusconi.
Dopo questa gigantesca sciagura provocata da innocui rifiuti domestici ma che hanno svelato le malefatte cammoristiche con i mefitici rifiuti industriali gettati in terreni abusivi, difficile, se non impossibile, per chiunque illudersi di un ritorno al passato, anche per la “camorra” che non può non saperlo.
La via della raccolta differenziata, del riciclaggio, dei termovalorizzatori e dell’avvio alle discariche solo del materiale non trattabile è un percorso senza alternative che passa obbligatoriamente attraverso la momentanea riattivazione di un certo numero di siti da usare come immondezzai per normalizzare la situazione.
Questo è un fatto. E allora c’è da chiedersi che interesse può avere la “camorra” - che è un’organizzazione criminale economicamente ricchissima e molto attenta ai buoni affari - fare all’inevitabile risanamento un’opposizione costosa e ormai di retroguardia. Semmai il suo tradizionale sistema operativo la spingerebbe ad accantonare l’attività criminale non più lucrosa per infilarsi subdolamente nei gangli delle nuove e remunerative tecnologie che stanno avanzando.
Ma se questa analisi regge bisognerebbe allora anche provare a rispondere ad un’altra domanda: chi gufa contro Bertolaso e questo Governo al punto da desiderare l’andata in scena del “disastro napoletano”?

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